La Pera Picciòla: un frutto dimenticato
Intere generazioni di “badenghi” si sono sfamati con la pera picciola, fin oltre il dopoguerra. Chi ha tra i settanta e gli ottanta anni se la ricorda bene ;chi viaggia sui 50 anni ha dei vaghi ricordi dei nonni che bollivano sulle stufe pentole con castagne e pere;dai trenta anni in giù è sconosciuta anche agli stessi badenghi, oltre che ovviamente a chi non frequenta o frequentava il Monte Amiata.
Ma dai primi anni del 2000 c’è un rinnovato interesse per questo frutto, che in gergo attuale è multitasking: è un frutto da mangiare cotto, ci si ottiene una bevanda (Il Ratafià), si può utilizzare in cucina in antipasti, primi, secondi, contorni e perfino dolci.
Tutto questo ha portato alla costituzione della nostra associazione che tra i propri scopi ha la salvaguardia ed il rilancio del frutto, ma anche di tutte le biodiversità locali che si sono dimostrate resistenti alle malattie, alle aggressioni parassitarie, agli attacchi crittogamici e che per questo potrebbero rivelarsi risposte alternative e naturali alle modificazioni genetiche (OGM).